Partiamo con il dare una definizione di copyright: Diritto alla proprietà di un’opera letteraria, artistica (fonte dizionario di lingua Italiana).
Uno degli ultimi casi più eclatanti di violazione del copyright ha visto coinvolto il noto imprenditore Elon Musk che con un tweet ha pubblicato la foto di una tazza con il disegno dell’unicorno dipinto dal ceramista Tom Edwards. “Forse la mia tazza preferita di sempre”, aveva scritto l’a.d. di Tesla (l’unicorno con un peto produce corrente elettrica). Successivamente ha utilizzato lo stesso unicorno stilizzato per una presentazione pubblicitaria della Tesla. Edward era molto entusiasta della notorietà che stava ricevendo il suo unicorno ma si accorse presto che la sua immagine veniva usata da Tesla senza pagargli i diritti.
Sembra che inizialmente Musk non volesse riconoscere il dovuto a Edward ma poi ha dovuto ricredersi: “Ho a cuore che gli artisti vengano pagati. Sarei scorretto a non farlo”.
La nuove norme per il copyright contengono due punti (art. 11 e 13) che molti pensano essere pericolosi e vaghi nella loro descrizione, per la libera circolazione dei contenuti on line.
Il 20 giugno la Commissione giuridica (JURI) ha approvato le proposte contenute in una nuova direttiva europea per il copyright.
Necessarie per introdurre alcuni aggiornamenti alle norme per la tutela del diritto d’autore.
La direttiva contiene due articoli che molti osservatori pensano che potrebbero avere conseguenze negative per la libera circolazione delle informazioni online.
L’articolo 11 vorrebbe applicare una specie di “tassa sui link” (“link tax”) da far pagare a colossi come Google e Facebook ogni qualvolta venga linkato un sito di notizie.
Questo porterebbe Facebook e gli altri a pagare una licenza agli editori ogni volta che viene pubblicato uno snippet, questo per gratificare economicamente il lavoro svolto da altri.
Per i non addetti ai lavori lo snippet è la pubblicazione di un ritaglio di un articolo che è cliccabile, infatti riporta poi all’articolo stesso. Lo snippet è importante per l’ottimizzazione sui motori di ricerca. Contiene parole chiave che aiutano nella rilevanza del sito sul motore di ricerca.
Se venisse approvato ne gioverebbero soprattutto gli editori che già stanno facendo i conti con la crisi del settore.
L’articolo 13 invece impone l’upload filter cioè il controllo dei contenuti prima che vengano caricati on line.
Dovrebbe funzionare come il Content ID di YouTube, la funzione di riconoscimento automatico dei video, che verifica se siano stati caricati contenuti protetti da copyright e su cui non si hanno diritti, in modo da eliminarli immediatamente dal sito o mostrarli solo con pubblicità, condividendo i ricavi con gli effettivi proprietari del diritto d’autore. E’ però impensabile immaginare un meccanismo simile per qualsiasi caricamento online effettuato nell’Unione Europea.
Questo meccanismo è contrario ai principi di apertura e libera circolazione delle informazioni su Internet.
Il 5 Luglio il Parlamento Europeo ha bocciato la nuova direttiva sul copyright.
E ora? Il processo di approvazione della nuova direttiva sul copyright durerà ancora molto tempo se poi consideriamo che per la primavera del 2019 sono previste le elezioni europee, il processo si rallenterà ulteriormente.
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